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PARCHI URBANI: BOIS DE BOULOGNE, PARIGI

NATURA E STORIA AI CONFINI DELLA CITTÀ DELLA LUCE

João Carlos

10/10/2025

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Il nostro viaggio attraverso i più grandi parchi urbani del mondo arriva oggi a Parigi. Dopo aver esplorato l’iconico Central Park, a New York (USA), e lo storico Hyde Park, a Londra (Regno Unito), la passeggiata prosegue ora nel meraviglioso Bois de Boulogne — il polmone verde dell’ovest parigino.

Un mosaico di laghi, boschi e viali che occupa 846 ettari — un’area circa 2,5 volte più grande di quella del Central Park — il Bois de Boulogne è una sintesi dell’urbanistica francese: natura accuratamente disegnata, interconnessa da reti d’acqua, sentieri e strutture per il tempo libero che si intrecciano con il tessuto urbano. È il secondo parco più grande della capitale, insieme al Bois de Vincennes, ed esprime la vocazione di Parigi a trasformare il verde pianificato in infrastruttura pubblica di benessere.

Da riserva di caccia a laboratorio di urbanistica

Il volto moderno del Bois de Boulogne nacque durante il Secondo Impero Francese, un periodo di profonde trasformazioni che ridisegnò Parigi sotto la guida di Napoleone III. Ispirato dai parchi londinesi — in particolare Hyde Park e i Kensington Gardens, che aveva conosciuto durante l’esilio — l’imperatore capì che il verde pubblico era più di un ornamento paesaggistico: era uno strumento di salute, svago e ordine sociale per la nuova metropoli industriale che emergeva nel XIX secolo.

Nel 1852, Napoleone III lanciò un vasto programma di parchi e giardini, affidando l’esecuzione al suo braccio destro, il barone Georges-Eugène Haussmann, che avrebbe riformato l’intera capitale con ampi viali, boulevard e un sistema fognario moderno. All’ingegnere Adolphe Alphand e al paesaggista Jean-Pierre Barillet-Deschamps spettò il compito di trasformare l’antico campo di caccia reale — un tempo proprietà dei re di Francia — in uno spazio pubblico che unisse bellezza scenica e funzione urbana.

Il progetto seguì lo spirito del romanticismo e della scienza dell’epoca: un parco che imitava la natura, ma nato dal calcolo e dall’ingegneria. Laghi collegati da canali artificiali, dolci colline create con le macerie degli scavi urbani, ponti ornamentali e cascate alimentate da un complesso sistema idraulico creavano l’illusione di un bosco spontaneo. Dietro l’apparenza bucolica si nascondeva un’infrastruttura di drenaggio, controllo idrico e pianificazione dei flussi di pedoni, carrozze e cavalieri — un vero e proprio laboratorio di urbanistica e ingegneria ambientale avant-la-lettre.

Questa combinazione di tecnica e poesia influenzò profondamente l’urbanistica europea. Il modello parigino — che conciliava estetica paesaggistica e razionalità infrastrutturale — divenne un riferimento per i parchi di tutta Europa e delle Americhe, incluso l’Ibirapuera a San Paolo quasi un secolo dopo.

Il risultato è uno spazio che traduce l’ideale del XIX secolo: civilizzare la natura e umanizzare la città, equilibrando il rigore della geometria con l’incanto delle forme naturali.

Acqua, sentieri e un paesaggio progettato per fluire

Il Bois de Boulogne funziona come una vera macchina ecologica e sociale. I suoi 14 specchi d’acqua, che insieme coprono circa 23 ettari, e i 10 chilometri di ruscelli artificiali formano un sistema idraulico che regola il microclima e offre una sensazione termica fino a 7 °C più fresca rispetto al centro della città nei giorni estivi. I laghi — in particolare il Lac Supérieur e il Lac Inférieur — comunicano attraverso canali sinuosi che distribuiscono l’acqua e creano prospettive cinematografiche tra alberi secolari e ponti ornamentali. Questa rete idrica è alimentata da un circuito indipendente di acqua non potabile, responsabile anche dell’irrigazione e della pulizia: un esempio pionieristico di gestione ambientale urbana, in funzione fin dal XIX secolo.

La rete di circolazione è stata concepita come un organismo flessibile, capace di accogliere diversi usi senza conflitti di percorso. Ci sono 17 chilometri di strade chiuse al traffico, ideali per passeggiate e picnic, oltre a 28 chilometri di percorsi equestri — eredità diretta della tradizione aristocratica francese dell’equitazione — e 15 chilometri di piste ciclabili che oggi collegano il parco a diversi punti di Parigi. Questa ingegneria discreta garantisce che il visitatore trovi sempre un percorso di calma — a piedi, al trotto o in bicicletta —, una “zona di silenzio” nel mezzo del rumore urbano.

Più che uno spazio ricreativo, il Bois de Boulogne è diventato un modello di infrastruttura verde multifunzionale. Assorbe l’acqua piovana, filtra l’aria, ospita una flora e fauna variata e offre alle popolazioni urbane un contatto diretto con ciò che i parigini chiamano la respiration de la ville. Qui, la dimensione fisica e quella simbolica si incontrano: la natura è pianificata, ma il piacere è spontaneo. E forse proprio per questo ogni sentiero alberato funziona come una pausa — un intervallo tra il cemento e il tempo.

Svago in famiglia e memoria scientifica: il Jardin d’Acclimatation

Aperto nel 1860, il Jardin d’Acclimatation è il parco divertimenti più antico di Parigi, con 18–19 ettari di prati, giochi e attrazioni — erede diretto dello spirito scientifico-ludico del Secondo Impero. Oggi mantiene il carattere di parco-scuola e forma un binomio con la vicina Fondation Louis Vuitton, unendo natura, intrattenimento e arte in un unico asse.

Arte contemporanea come faro: la Fondation Louis Vuitton

Firmata da Frank Gehry, la Fondation Louis Vuitton ha aperto al pubblico il 27 ottobre 2014 ai margini del Jardin d’Acclimatation. L’edificio — una “nave” con dodici vele di vetro posata su uno specchio d’acqua — è diventato un’icona dell’architettura del XXI secolo e ha rafforzato la vocazione culturale del Bois. Nelle vicinanze, il visitatore trova caffè, ristoranti e una programmazione di mostre e concerti.

Patrimonio botanico e delicatezza: Bagatelle e le sue rose

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Crediti immagine: paris.fr

Nel cuore del bosco, il Parc de Bagatelle ospita il Concorso Internazionale delle Nuove Rose (dal 1907) e giardini che uniscono collezioni botaniche e disegno paesaggistico storico. È il volto contemplativo del Bois: sentieri sinuosi, orangerie, laghi e un calendario floreale che diffonde profumo in estate.

Sport e spettacolo: ippodromi e il bordo olimpico

Il Bois è anche una cintura sportiva. Al ParisLongchamp, sede del Prix de l’Arc de Triomphe, le grandi corse di galoppo della Francia attirano un pubblico internazionale; ad Auteuil, le gare di steeplechase (con ostacoli) mantengono una tradizione secolare. E, nei dintorni del bosco, il 16º arrondissement concentra arene come Roland-Garros e il Parc des Princes, disegnando un raro cluster sportivo nel cuore di una capitale densa.

Serre, educazione ambientale e il “verde che pensa”

Il volto pedagogico del Bois de Boulogne include le Serres d’Auteuil — serre storiche di fine XIX secolo, costruite in ferro e vetro, che ospitano centinaia di specie tropicali provenienti da tutti i continenti. All’estremo nord, il Domaine de Longchamp, sede della Fondation GoodPlanet creata dal fotografo e ambientalista Yann Arthus-Bertrand, è dedicato all’ecologia e alla solidarietà, offrendo laboratori, mostre ed esperienze immersive sulla sostenibilità, il consumo consapevole e la biodiversità. È il parco come aula a cielo aperto, dove scienza e cittadinanza camminano fianco a fianco.

Questi spazi educativi riaffermano il carattere contemporaneo del Bois: un territorio in cui l’apprendimento non si impone, ma si scopre. Tra un sentiero e un lago, il visitatore incontra messaggi su energia pulita, alimentazione sana e rispetto per il pianeta — un invito a trasformare il tempo libero in coscienza ambientale. Nel Bois de Boulogne, la natura insegna e Parigi ascolta.

Bois de Boulogne: una tappa obbligata tra storia e natura

Il Bois de Boulogne sintetizza l’idea di parco-infrastruttura: salute urbana (ombra, acqua, biodiversità), cultura (musei, concerti, gastronomia) e sport (sentieri, ippodromi) che funzionano in rete con la città. È un’opera di urbanistica che respira, accoglie ed educa — e che ricorda, senza solennità, che prendersi cura del verde significa pianificare il futuro della metropoli.

Guida rapida (pianifica senza fretta)

  • Quando andare: primavera e inizio autunno per la fioritura (specialmente a Bagatelle); estate per picnic e gite in barca al Lac Inférieur; tutto l’anno per le mostre alla Fondation Louis Vuitton.
  • Come muoversi: privilegia passeggiate, bicicletta e barche nei laghi; le ampie aree e le vie senza auto invitano a percorsi lunghi.
  • Punti di riferimento: Jardin d’Acclimatation, Fondation Louis Vuitton, Parc de Bagatelle, Serres d’Auteuil, ParisLongchamp/Auteuil.
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João Carlos
giornalista

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