JOCKEY CLUB DI SAN PAOLO: È ORA DI RESTITUIRE ALLA CITTÀ UNO SPAZIO CHE APPARTIENE AL POPOLO
SPAZIO ICONICO POTREBBE RICEVERE NUOVA VITA CON PROGETTI URBANI RIVOLTI ALLA POPOLAZIONE
João Carlos
05/09/2025
Aggiornato e 9/6/2025 4:04:53 PM
Il dibattito sulla trasformazione del Jockey Club di San Paolo in un parco comunale è tornato al centro dell'attenzione nel 2025 — e non a caso. Lo spazio di oltre 1,5 milioni di metri quadrati nella Zona Ovest, sulle rive del fiume Pinheiros, è sempre più distante dalla sua funzione originale. Creato all'inizio del XX secolo, il Jockey era associato al turf, un'attività che per decenni è stata presentata come sport e tradizione.
Ma è necessario dirlo chiaramente: il turf non è uno sport. È lo sfruttamento degli animali in prove crudeli, sottoposti a allenamenti intensi, sostanze chimiche e rischi costanti di fratture, il tutto a fini di scommesse in denaro. Diverse istituzioni per la difesa degli animali, come la World Animal Protection, la PETA e enti nazionali per la protezione degli animali, classificano il turf come un esempio lampante di abuso degli animali nei giochi d'azzardo. Il romanticismo non trova più spazio nella società.
Debiti milionari e deviazione di funzione
Oltre al carattere superato del turf, il Jockey accumula debiti fiscali che superano gli 800 milioni di reais in tasse non pagate al Comune. L'amministrazione comunale ha già indicato che l'area potrebbe essere utilizzata come "dazione in pagamento", cioè come forma di estinguere parte di questo passivo.
Il problema va oltre: nella pratica, lo spazio non è più dedicato al turf da molto tempo. Oggi è un grande centro di eventi commerciali, affittato per spettacoli, fiere, feste private e riprese milionarie. Il discorso che il Jockey promuove la cultura non regge — ciò che si vede è un affare immobiliare mascherato, senza contropartita sociale.
Utilità pubblica: più verde, più vita
San Paolo è una città segnata dal cemento, dall'inquinamento e dalla mancanza di aree verdi. Il Piano Regolatore della città prevede già la trasformazione dello spazio del Jockey in un parco comunale, riconoscendone l'utilità pubblica.
Se trasformato in parco, lo spazio sarebbe uno dei più grandi della capitale, paragonabile all'Ibirapuera. Ciò significherebbe più ossigeno, più ombra, più biodiversità e una migliore qualità della vita per milioni di paulisti. L'accesso pubblico porterebbe un beneficio inestimabile alla salute collettiva, al tempo libero democratico e all'equilibrio ambientale di una metropoli che soffre di isole di calore e carenza di aree verdi.
Un nuovo capitolo per San Paolo
La città ha davanti a sé un'opportunità rara: recuperare un'area enorme, che oggi serve a pochi, e trasformarla in un simbolo di giustizia sociale, ambientale e anche di rispetto per gli animali.
Non si tratta di cancellare la storia, ma di riconoscere che i tempi sono cambiati. Ciò che prima era considerato tradizione, oggi è visto come crudeltà e deviazione di funzione. Il Jockey non è più uno spazio culturale né sportivo — è un affare privato con debiti pubblici.
Trasformarlo in parco è fare giustizia alla città, agli animali e alle generazioni future.

giornalista