2025 L ANNO DELLA BATTAGLIA GLOBALE TRA MUSICISTI E IA
Carta globale, proteste e nuove leggi hanno acceso il dibattito su copyright e intelligenza artificiale
João Carlos
17/11/2025
Il dibattito sull'impatto dell'intelligenza artificiale sulla musica ha assunto nuove dimensioni nel 2025. Dopo anni di progressi tecnologici e audaci sperimentazioni, il dibattito si è spostato dal retroscena al cuore del settore. Artisti affermati, piattaforme di streaming, etichette discografiche e governi hanno iniziato a confrontarsi con la stessa domanda: come garantire l'innovazione senza eliminare il lavoro umano?
È un anno segnato da lettere aperte, proteste creative, regole in discussione e accordi senza precedenti. E tutti questi elementi indicano una chiara richiesta da parte della comunità artistica: etica, consenso e giusto compenso.
La lettera che è diventata un riferimento mondiale.

Crediti immagine: Billie Eilish in una foto promozionale. Riproduzione: Facebook.
Nell'aprile del 2024 – e ancora oggi nel 2025 – un gruppo di oltre 200 artisti internazionali ha firmato la lettera "Stop Devaluing Music", pubblicata dall'Artist Rights Alliance (ARA). I nomi coinvolti hanno attirato l'attenzione: Billie Eilish, Katy Perry, Stevie Wonder, Nicki Minaj, tra molti altri.
"Questo attacco alla creatività umana deve essere fermato. Dobbiamo proteggerci dall'uso predatorio dell'intelligenza artificiale per rubare voci e immagini di artisti professionisti, violare i diritti dei creatori e distruggere l'ecosistema musicale." — estratto dalla lettera dell'ARA.
"L'uso non etico dell'intelligenza artificiale generativa per sostituire gli artisti umani svaluterà l'intero ecosistema musicale, sia per gli artisti che per i fan." — Jen Jacobsen, CEO di ARA.
Hanno messo in guardia dal rischio che piattaforme e sviluppatori rilascino strumenti in grado di imitare voci, copiare stili e addestrare modelli di intelligenza artificiale con opere protette da copyright, senza consenso e senza alcun pagamento. Il documento riconosce inoltre che la tecnologia può avere effetti positivi, a condizione che venga utilizzata in modo responsabile e nel rispetto del creatore originale.
La lettera ha avuto risonanza internazionale, venendo citata nei dibattiti legislativi, nelle riunioni delle case discografiche e nelle audizioni con gli enti regolatori.
Per il pubblico e per l'industria, si è trattato di un punto di svolta.
La protesta silenziosa che ha fatto molto rumore nel Regno Unito.

Crediti immagine: Kate Bush nel video musicale della canzone "Wuthering Heights" (1978). Riproduzione: YouTube.
Mentre gli Stati Uniti hanno rafforzato il dibattito attraverso canali istituzionali, il Regno Unito ha scelto un approccio simbolico e sorprendente.
A febbraio, oltre 1.000 musicisti britannici hanno pubblicato l'album "Is This What We Want?", composto da tracce silenziose registrate in studi vuoti. L'idea era semplice e d'impatto: mostrare come sarebbe stato un futuro in cui la musica umana sarebbe stata sostituita da modelli generativi addestrati senza limiti.
"Nella musica del futuro, le nostre voci non saranno ascoltate?" — Kate Bush.
Artisti come Kate Bush e Damon Albarn sono stati tra i nomi di spicco che hanno aderito all'azione, organizzata per protestare contro una proposta del governo britannico che avrebbe consentito il data mining per l'intelligenza artificiale con un modello di opt-out, il che significa che il contenuto potrebbe essere utilizzato di default a meno che il proprietario non scegliesse tecnicamente di limitarne l'accesso.
"Questo è un piano che non solo sarebbe disastroso per i musicisti, ma è anche del tutto inutile: il Regno Unito può essere leader nell'intelligenza artificiale senza sacrificare le nostre industrie creative di fama mondiale". — Dichiarazione di Ed Newton-Rex, uno degli organizzatori dell'azione.
L'album è diventato virale, è entrato nelle classifiche digitali e ha generato accesi dibattiti sulla stampa britannica. A novembre, la campagna ha acquisito nuovo slancio quando Paul McCartney ha incluso una traccia silenziosa extra nell'edizione in vinile.
Londra sta cercando una via di mezzo e il settore sta reagendo.
La consultazione pubblica del governo del Regno Unito ha proposto un modello più flessibile per l'analisi di testo e dati per l'addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale. L'idea è di consentire l'uso di opere legalmente accessibili, a condizione che i titolari dei diritti possano riservarsi i propri diritti e richiedere trasparenza alle aziende tecnologiche.
Per musicisti e compositori, il rischio è chiaro: attribuire la responsabilità di "proteggersi" al creatore, in uno scenario in cui i file sono facilmente condivisi e replicabili. Per le aziende di intelligenza artificiale, tuttavia, consentirne l'uso predefinito accelererebbe lo sviluppo di modelli più sofisticati.
Questa situazione di stallo ha aperto un nuovo fronte nelle discussioni su come bilanciare innovazione, diritto d'autore e sostenibilità artistica.
Bande AI e l'effetto a cascata nello streaming

Crediti immagine: band virtuale Velvet Sundown, creata dall'intelligenza artificiale. Riproduzione/Instagram.
Il 2025 è stato anche l'anno in cui i progetti interamente generati dall'intelligenza artificiale hanno superato la fase sperimentale e raggiunto il mercato. Il caso dei Velvet Sundown, band autoproclamatasi "sintetica", ha accumulato oltre 1 milione di stream, attirando l'attenzione di artisti, critici e dirigenti.
Con l'ascesa di questo tipo di contenuti, piattaforme come Spotify e Deezer hanno adottato misure di compensazione. Spotify ha annunciato la rimozione di 75 milioni di brani classificati come spam, duplicati o musica generata dall'intelligenza artificiale senza criteri adeguati. Deezer ha iniziato a etichettare esplicitamente i contenuti creati dall'intelligenza artificiale e ha rafforzato i controlli per impedire la manipolazione dei conteggi delle riproduzioni e la clonazione vocale.
Queste azioni dimostrano che l'industria dello streaming sta cercando di trovare modi per incoraggiare la sperimentazione tecnologica senza consentirne l'abuso e senza danneggiare i creatori umani che sostengono l'ecosistema musicale.
La via delle licenze: tecnologia con l'approvazione dell'etichetta discografica.
Un'altra tendenza che ha preso piede è la ricerca di accordi formali tra le principali etichette discografiche e le aziende di intelligenza artificiale. A ottobre, Universal Music Group ha raggiunto un accordo con Udio, ponendo fine alle controversie legali e instaurando una partnership per addestrare modelli di intelligenza artificiale utilizzando cataloghi autorizzati.
Il movimento indica un possibile futuro: modelli di intelligenza artificiale addestrati con accesso legale, pagamento garantito e controllo da parte dei titolari dei diritti. Per musicisti e compositori, potrebbe essere un modo per trasformare il rischio in opportunità. Per l'industria, è un'opportunità per guidare l'innovazione invece di limitarsi a reagire ad essa.
Quale messaggio ci lascia il 2025?
La comunità artistica è ben lungi dal rifiutare la tecnologia. Ciò che musicisti, compositori, produttori e interpreti chiedono è chiarezza. Accettano l'intelligenza artificiale come strumento creativo, ma ne rifiutano l'uso per cancellare voci, sostituire stili, addestrare modelli senza autorizzazione e svalutare il lavoro umano.
Il messaggio che risuona nel 2025 è chiaro:
La musica può evolversi grazie all'intelligenza artificiale, ma solo se i diritti dei musicisti continueranno a essere rispettati.

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